Atrosi: definizione
Artrosi è una malattia articolare cronica caratterizzata da lesioni degenerative a carico delle cartilagini delle articolazioni.
Questa condizione patologica è una malattia caratterizzata da processi degenerativi in cui tutte le strutture che compongono l’articolazione subiscono alterazioni, causando progressive deformazioni, limitazione dei movimenti e dolore.
L’artrosi ha un notevole impatto sulla società, in termini di spesa pubblica, ore di lavoro e pensionamenti anticipati.
La diagnosi precoce dell’artrosi e delle condizioni pre-artrosiche è ancora oggi scarsa; questo atteggiamento sarebbe da rivedere nell’ottica di poter applicare programmi di prevenzione e di terapia razionale, inefficaci però in casi di artrosi avanzata.
Artrosi: classificazione
L’artrosi si divide in “primaria“, a sua volta divisa in:
- Diffusa
- Localizzata (rizoartrosi, noduli di Heberden, noduli di Bouchard, artrosi erosiva)
e in “secondaria” (dovuta fondamentalmente a patologie che la causano):
- Displasie, dismorfismi
- Traumi
- Sovraccarico funzionale
- Artriti
- Collagenopatie congenite ( S. Marfan, muscopolisaccaridosi)
- Condropatie primitive (condromatosi, osteocondrite dissecante)
- Condropatie endocrino-metaboliche (diabete, condrocalcinosi, ocronosi)
- Osteopatie ( M. di Paget, Osteonecrosi asettiche)
L’artrosi è la malattia articolare più frequente nella popolazione generale, colpendo più di 10.000.000 di persone in Italia (ca. 20 %) e la sua prevalenza aumenta con l’età (picco: 75-79 anni).
Dobbiamo osservare che solo il 30 % delle artrosi diagnosticate radiologicamente sono sintomatiche, questo deve essere un ulteriore motivo per fare uno screening adeguato e agire con attività preventive, in particolare in assenza di dolore.
Artrosi: cause e fattori di rischio
I fattori di rischio sono:
- età (avanzata)
- sesso (M>F sotto 45 aa – F>M sopra 55 aa)
- fattori meccanici (malformazioni, instabilità articolare, attività professionali o sportive favorenti il consumo articolare e traumi)
- ereditarietà
- obesità
- endocrinopatie
- infiammazione
Per quanto riguarda la fisiopatologia della cartilagine artrosica, si verifica una perdita di integrità e quantità dei proteoglicani che genera una minor resistenza meccanica, si associa poi una frantumazione delle fibre collagene creando un deficit della struttura di protezione del condrocita, arrivando così nel medio-lungo periodo alla sofferenza del tessuto, (si generano vere e proprie ulcerazioni, “Fissurazioni” con esposizione dell’osso subcondrale, massime nelle sedi di carico) alla perdita della levigatezza e all’assottigliamento del tessuto fino a giungere alla necrosi del condrocita.
Le alterazioni dell’osso sub-condrale consistono nella sclerosi – ispessimento – eburneizzazione nelle zone di carico, unite alle pseudocisti (GEODI) per irruzione del liquido sinoviale.
L’altra alterazione è l’ossificazione encondrale o condrale delle aree cartilaginee periferiche con formazione di osteofiti che possono diminuire lo spazio articolare contribuendo alla genesi del dolore e della limitazione funzionale.
Per quando riguarda la valutazione diagnostica, la radiografia rimane sempre il riferimento, per la diagnostica per immagine si aprezza infatti:
- Riduzione della rima (perdita di tessuto cartilagineo)
- Sclerosi Osso Subcondriale (ispessimento riparativo dell’osso)
- Pseudocisti – Geodi (microfratture subcondrali e irruzione di liquido sinoviale)
- Osteofiti (proliferazione ossea e cartilaginea)
Artrosi: sintomi
I dolori e i sintomi dell’artrosi sono ben inquadrabili, abbiamo un dolore meccanico durante il movimento e il carico, quest’ultimo recede col riposo.
Troviamo poi rigidità di pochi minuti (5-10), associata a limitazione funzionale progressiva (fasi avanzate).
Abbiamo poi tumefazione dura (OSTEOFITI) e tumefazione molle (VERSAMENTO ARTICOLARE), fattori che alla clinica sono ben identificabili poiché generano deformità, insieme a crepitii e scrosci articolari.
Artrosi: in quali sedi?
Le sedi più frequenti sono l’anca (coxartrosi), il ginocchio (gonartrosi), il pollice (zona 1° metacarpo-rizoatrosi) e la colonna vertebrale (spondiloartrosi).
Essendo come si è detto in precedenza una patologia multifattoriale, il trattamento è generalmente multidisciplinare, ed impiega trattamenti di tipo farmacologico e non farmacologico; impiega inoltre varie figure professionali che intervengono a vari livelli sul paziente.
Artrosi: cura
Per quanto riguarda il trattamento lo dividiamo in:
- Terapia medica: FANS E ANALGESICI, ACIDO JALURONICO intrarticolare o PRP (plateleth rich plasma, detto comunemente aggregato piastrinico), CONDROPROTETTORI (Glucosamina solfato, diacereina), STEROIDI intra-articolari.
- Terapia fisica e kinesiterapia (tra le varie forme di trattamento applicabili vi è cinesiterapia, il cui scopo è mantenere il ROM articolare e recuperare la forza, la resistenza, l’elasticità, la coordinazione muscolare e soprattutto ottenere il recupero funzionale. La cinesiterapia può avvalersi dell’uso dell’acqua a fini terapeutici prendendo il nome di idrocinesiterapia, che sfrutta le proprietà fisiche (idrocinesiterapia propriamente detta) e biochimiche (balneoterapia o ambientali di facilitazione alla riabilitazione dell’acqua).
- Trattamento chirurgico (consiste solitamente in un impianto protesico che richiede una riabilitazione adeguata post-operatoria).
Bibliografia
- www.treccani.it/enciclopedia/artrosi
- Cimmino M.A et al. Caratteristiche del dolore in pazienti italiani con artrosi: risultati preliminari dello studio MI. D.A (Misurazione del dolore dell’artrosi); Reumatismo 2004 56(4): 253-261
- http://www.osteoartro̲si.eu/paz−quadro.php
- Zhang W.Et al. OARSI recommendations for the management of hip and knee osteoarthritis part II: OARSI evidence-based, expert consensus guidelines; Osteoarthritis and cartilage,2008 16:137—162