Non esiste ancora un’evidenza univoca che l’uso di Vitamina D sia in grado di prevenire le fratture negli anziani, dal momento che i risultati degli studi finora pubblicati hanno dato esiti discordi.
Per riesaminare la questione sono stati esaminati i dati di 11 studi randomizzati sullasupplementazione di Vitamina D, con un campione di 31.000 anziani (età ≥ 65 anni). Con un’analisi di tipo intent-to-treat, il supplemento di Vitamina D ha ridotto il rischio di frattura di femore (Hazard Ratio 0.90; P=0.07) e di fratture non vertebrali (HR =0.93, P=0.03), ma tali risultati non sono stati considerati significativi da un punto di vista statistico.
I ricercatori hanno poi ampliato la metanalisi incorporando l’aderenza al trattamento e l’uso di supplementi vitaminici al di fuori dello studio: i soggetti nel quartile più alto di assunzione giornaliera di Vitamina D (mediamente 800 UI, con un range da 792 a 2.000 UI) hanno presentato un abbassamento statisticamente significativo del rischio di fratture di femore (HR 0.70) e di fratture non vertebrali (HR 0.86) rispetto ai controlli.
I soggetti invece appartenenti ai tre quartili più bassi non hanno dimostrato alcun beneficio. Nonostante in alcuni degli studi considerati si fosse impiegato anche il calcio, i risultati di questa metanalisi sono stati ottenuti considerando gli effetti della vitamina indipendentemente dall’aggiunta di calcio. Le fratture vertebrali non sono state considerate in quanto statisticamente poco documentate.