Nell’aattività sportiva una componente ansiogena elevata può incidere negativamente sul rendimento fisico dell’atleta.
E’ stato riscontrato che , soggetti atleticamente allenati, vedono diminuire il loro rendimento nel momento in cui affrontano una competizione; le stesse prestazioni effettuate in allenamento davano risultati nettamente migliori.
Il desiderio di vincere la gara può essere per l’atleta ansioso motivo non di maggior rendimento, bensi’ causa di una possibile prestazione carente.
L’ansia può essere definita come “ apprensione o spiacevole tensione data dall’intimo presagio di un pericolo imminente e di origine in gran parte sconosciuta “.
L’ansia si può manifestare in varie forme:
1) Ansia fisiologica è strettamente legata ad una situazione reale la cui presa di coscienza è vissuta dall’individuo in modo esasperato ( ad esempio la prestazione sportiva ).
2) Ansia patologica nasce dall’insicurezza circa l’efficienza del proprio corpo nel caso di un atleta ansioso.
3) Ansia reattiva è molto simile all’ansia patologica ma nasce da reazioni ambientali ( eccessiva responsabilizzazione , ostilità umana o ambientale ).
4) Ansia diffusa si manifesta attraverso uno stato di paura generale, senza che vi siano vere e proprie cause che la generino; qualsiasi evento procura ansia e apprensione.
E’ interessante ora analizzare gli elementi che sono alla base di questi stati ansiosi che si possono presentare con intensità e combinazioni differenti.
La presa di coscienza di tali elementi può aiutare l’atleta ansioso ad analizzare le cause ansiogene principali che lo portano ad un prestazione carente.
Tali elementi possono essere raccolti in quattro gruppi:
1) Elementi cognitivi nascono dalla precisa difficoltà di capire le cause del proprio stato ,”sono preoccupato ma non so il perché” e della paura di ciò che ci circonda “ il solo pensare al campo dove giocherò mi fa rabbrividire”
2) Elementi somatici sono caratterizzati dalla messa in funzione di una reazione d’emergenza dell’organismo e si possono manifestare come alterazioni vaso-motorie (pallori o rossori improvvisi), tensioni muscolari, tremori, palpitazioni, tachicardie, respiro affannoso e incompleto, midriasi, sudorazioni diffuse.
Tale sintomatologia è tanto più evidente e fastidiosa quanto più l’ansia è acuta.
3) Elementi emotivi si manifestano con stati di irritabilità, variazioni d’umore, incertezza, disattenzione, inquietudine, pessimismo, sfiducia in se stessi.
4) Elementi comportamentali sono caratterizzati dalla predisposizione a voler tendere a fuggire o sviare le situazioni che provocano ansia.
Meccanismi di difesa
I meccanismi di difesa hanno lo scopo di salvaguardare l’individuo dall’esperienza negativa dell’ansia. Essi possono essere definiti come vari processi psichici, attivati in modo automatico, involontario o inconscio, nel tentativo di ottenere un sollievo dall’ansia, dal conflitto e dalle tensione emotiva.
Tali meccanismi sono processi mentali di enorme importanza che operano al di fuori della coscienza ; essi proteggono l’Io, liberano l’ansia e risolvono i conflitti emotivi, mirano a mantenere e aumentare l’autostima e permettono infine di raggiungere un compromesso tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere.
Il livello di ansia per una competizione è tanto minore quanto più sono strutturati ed efficaci i meccanismi di difesa .
I principali meccanismi di difesa sono: la razionalizzazione, la proiezione, la formazione reattiva, la rimozione e la sostituzione.
Essi presentano una caratteristica comune l’autoinganno che si può manifestare in due forme principali: la negazione e il mascheramento.
Il fenomeno dell’amnesia è la prova più chiara della negazione di ricordi o di azioni che potrebbero essere causa di frustrazioni o ansia.
Il mascheramento si verifica ogni volta che si falsificano gli impulsi e le vere motivazioni del soggetto vengono mascherate.
La razionalizzazione è un meccanismo di difesa mediante il quale si attribuiscono alle nostre azioni impulsive, reazioni logiche o scuse plausibili.
Il meccanismo della proiezione ci consente di fuggire da tratti o qualità indesiderabili che ci rifiutiamo di riconoscere in noi e che attribuiamo in misura eccessiva agli altri.
La formazione reattiva si verifica quando una persona nasconde a se stesso una motivazione manifestando con evidenza il suo opposto.
Nel caso un impulso venga completamente negato siamo in presenza della rimozione, in essa l’individuo non è consapevole di ciò che viene rimosso.
Il meccanismo della sostituzione è quello che maggiormente riesce a risolvere i problemi personali e a ridurre le tensioni che da essi si generano; scopi inaccettabili sono sostituiti da altri socialmente approvati.